Perché il Convegno

Come prendersi cura di qualcuno è un tema che da sempre affascina l’umanità. Siamo passati dalla semplicità di piccoli gesti di aiuto a forme di cura organizzata sempre più evolute. La sapienza del cristianesimo e il senso di una solidarietà diffuse hanno generato l’istituzione “ospedale” insieme ad altre strutture specializzate. Nel tempo, tutti i paesi nel mondo si sono dotati di un sistema più o meno ampio di assistenza.

In Italia, la cura delle persone affette da problemi di salute ha un carattere universalistico. Chiunque risieda, anche temporaneamente, sul nostro territorio ha diritto ad essere curato. Oggi, questo sistema presenta punti di crescente criticità. Cosa pensare? Che fare? Quali correttivi applicare? Quale contributo può dare la comunità cristiana?
Sono alcune delle domande che questo convegno nazionale vuole affrontare.

La dimensione universale è tipica della visione cristiana e al tempo stesso possiamo pensarla tipica degli uomini che nelle situazioni di bisogno sanno guardare oltre i confini. L’idea ha trovato soluzioni creative e innovative grazie anche al sostegno di chi ci ha creduto. Perciò, non mancheranno le testimonianze di persone che operano in diverse strutture. Sarà un convegno itinerante e la scelta nasce dal desiderio di calpestare luoghi dove anche le pietre parlano di carismi nati dalla generosità di tanti.

Saremo anche attenti a mettere in luce il grande impegno dei curanti che spesso, superando i limiti propri e quelli delle organizzazioni, approdano a scelte coraggiose. Senza dimenticare che essi sono “persone che curano persone”.

L’IMMAGINE DEL CONVEGNO

 

La grafica vuole comunicare a un primo impatto visivo, e quindi anche dal punto di vista concettuale, il tema portante della “soglia”.

L’antica scala presente al centro della composizione si propone come riferimento concreto e ideale da cui prendere inevitabilmente le mosse, in connessione col tema suggerito dal titolo.
La sua pietra rimanda direttamente all’idea di ostacolo, di durezza e difficoltà.

Per contro, l’acqua salvifica è vitale e dirompente, supera i confini attesi.
La soglia, lo stacco da colmare ne sono inevitabilmente intaccati.

Questo aspetto concettuale è richiamato anche a livello di struttura compositiva, in cui la pietra si presenta come fissa e centrale, ma l’acqua di rigenerazione è caratterizzata da un forte dinamismo avvolgente, da una vivace mobilità circolare.
La stessa soglia, ora resa in bianco, lascia aperto lo spazio alla speranza della rigenerazione.

Il contrappunto “arido” laterale – oltre a sposarsi a livello cromatico – sottolinea ancora maggiormente l’importanza dell’acqua viva di salvezza.

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